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Fabrizio Dall’Aglio

Ho perorato la mia condanna
scongiurando l’esecuzione.
Dio mi è testimone,
l’ho fatta in barba all’epoca
e al costume.
Nascosto
nella stiva del tempo,
immune alla bonaccia e alla deriva
ho custodito il mio spirito implume
e refrattario,
ossigenando il letargo
coi riccioli delle parole.
Quando la nave, di colpo
ha preso il largo,
ho spiato dagli oblò
la situazione:
non c’era che il mio volto
contro il vetro,
e dietro il mare mare mare
in ogni direzione.
Questo era il viaggio.
Niente balene
o un’isola deserta,
nessun tesoro da dissotterrare;
solo gli urrah
dell’equipaggio in coperta,
al canto di non so quali sirene.

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